etichette birra








Introduzione

Le informazioni che sono presenti sulle etichette della birra hanno un ruolo ben definito e fondamentale nella caratterizzazione della bevanda. La legge ha come obiettivo di garantire al pubblico consumatore una comunicazione sufficiente ma allo stesso tempo completa, veritiera e soprattutto trasparente quindi non ingannevole, proprio per questo vi sono delle regole stringenti in merito a tutte le informazioni che devono essere apposte su ogni singola bottiglia di birra. L'aspetto peculiare è purtroppo l'assenza di una normativa comunitaria i grado di regolamentare tale bevanda alcolica. Tutte le indicazioni da riportare a livello nazionale sono esclusivamente quelle previste dalla legge 1354/1962 con le successive modifiche comprese quelle che generalmente sono indicati in tutti i prodotti per uso alimentare.
Etichette birra

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Indicazioni riportate sulle etichette della birra

Ogni etichetta sula birra deve riportare le seguenti indicazioni, che devono per legge comparire nello stesso campo visivo:

1. Denominazione di vendita: essa è costituita dal nome del prodotto e deve corrispondere a definizioni o disposizioni comunitarie oppure nazionali.

2. Valore alcolometrico volumico effettivo (TAVE): esso indica la quantità complessiva di alcol che contiene questo alimento ed è una indicazione obbligatoria solo per quelle bevande che hanno un contenuto di alcol superiore a 1,2% in volume.

3. Lotto di produzione: tale indicazione ha lo scopo di identificare il prodotto ed individuarlo sul mercato. Nel caso in cui si verifichino situazioni tali che obbligano il ritiro oppure un richiamo della bevanda dal mercato, il lotto consente di identificare con facilità la localizzazione del prodotto non conforme, limitando così le operazioni una ad una o più partite identificate piuttosto che l'intera produzione messa in commercio. Ecco perché oltre che corrispondere ad un importante requisito di legge, il lotto rappresenta uno strumento di gestione per eventuale rintracciabilità, sia all'interno dell'azienda stessa sia che fuori.

4. Termine minimo di conservazione: tale dicitura rappresenta la data esatta fino alla quale il prodotto si mantiene integro a patto che esso venga conservato nelle condizioni più adeguate. Questa informazione è riportata sulle bottiglie con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il” nel caso in cui la data contiene l'indicazione del giorno, oppure con la dicitura “da consumarsi entro la fine di” se è seguita dalla data. Tali indicazioni servono a garantire l'integrità del prodotto e le sue caratteristiche organiche fino a quella specifica data. IL consumo del prodotto immediatamente dopo il termine minimo di conservazione non vi è associato nessun ragionevole rischio verso il consumatore.

5. Riferimenti del confezionatore o produttore: nella parte piana del tappo della bottiglia a caratteri indelebili e leggibili con altezza e larghezza non inferiore ai 2 millimetri, deve essere riportato il marchio utile all'identificazione dell'azienda oppure il nome o la regione sociale del produttore con la sede dello stabilimento di produzione.

6.Volume nominale: sia le bottiglie che la lattine o altri recipienti destinati al consumo diretto devono avere per legge solo capacità volumetriche pari a centilitri 20, 30, 34, 50 e 60.

7. Eventuale presenza di solfiti: secondo quanto disposto dalla normativa che gestisce il fattore allergeni (Dir. CED 89/2003 recepita in Italia con il Decreto Legge n. 114 dell'8 febbraio 2006 e con il Decreto Legge n. 178 del 27 settembre 2007, integrata dalla direttiva CR 68/2007

8. Ingredienti: se la gradazione alcolica della bevanda supera 1,2% volumi l'elenco degli ingredienti non è richiesto, ma nella maggior parte dei casi viene ugualmente riportato. L'aggiunta di frutta secca o a guscio, succo di frutta, aromi o altri ingredienti che sono presenti nel prodotto, vengono indicati con l'acronimo QUID, ovvero Quantitative Ingredient Declaration, che impone ne sia dichiarata la quantità tramite valore in percentuale calcolata al momento del suo utilizzo e non sul prodotto finale, ed a seguire il nome dell'ingrediente evidenziato.

Non solo queste indicazioni si possono trovare sulle etichette delle confezioni di birra, ma è consenti al produttore anche la possibilità di riportare altre informazioni, da evidenziare anche su etichette secondarie, come ad esempio l'etichetta nutrizionale, i consigli d'uso, i consigli per la conservazione oppure informazioni inerenti alla modalità di produzione. Tutte queste informazioni devono essere però veritiere e verificabili in qualsiasi momento, e non devono trarre in inganno il consumatore.


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etichette birra: Eventuali diciture

Come abbiamo visto sulle etichette della birra vengono evidenziati diversi aspetti tutti importanti del prodotto, ma ora voglio parlarvi di un aspetto curioso che interessa il nostro territorio. L'utilizzo del dialetto sulle etichette. Un esempio chiaro possiamo trovarlo nella birra 72 del birrificio valtellinese Revertis, dove è presente nella sua etichetta la spiegazione del termine Revertis, ovvero l'antica nominazione del luppolo in dialetto valtellinese. Così facendo anche se i luppoli utilizzati per la produzione di questa birra provengono dall'America, si è instaurato un legame importante con il territorio di produzione.


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