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Oggi, nel Cilento si producono vini a partire da alcuni vitigni autoctoni, di antica origine, come il Piedirosso e l'Aglianico, ma anche uve di altre zone come il Primitivo e il Barbera.
Il Piedirosso è certamente l'uva più diffusa in tutta la regione, seguita dall'Aglianico. È un'uva che sta trovando nuovi sviluppi, e deve il suo nome al rachide rosso nei pedicelli, tanto da somigliare alle zampe dei colombi. Da qui il nome dialettale Per’ e palummo, e quello italiano contratto, Piedirosso. Non ha alte rese, ma tanta vigoria, da allevare con le forme espanse per migliorarne l'acidità a fronte comunque di una alta concentrazione di zuccheri, dovuto alla peculiare maturazione che si sviluppa nelle prime due settimane di ottobre, molto tardi. L'altra uva autoctona della Campania, l'Aglianico, è un vitigno che riesce a fornire vini straordinari anche in questa zona calcarea. Certamente il suo suolo preferito è quello vulcanico, dove raggiunge livelli eccezionali, ma qui, coltivato a Guyot o a cordone speronato, riesce ad esprimersi molto bene. L'uva è immediatamente riconoscibile, con l'acino perfettamente sferico e molto scuro, quasi blu. Si tratta di un'uva che fornisce astringenza e acidità, dagli aromi molto intensi, con vini corposi e acidi, da attenuare in botte per non essere troppo astringenti. Sono vini di grandi qualità, che possono comunque migliorare ancora molto.Il Cilento DOC venne creato nel 28 febbraio 1995 per una zona molto ampia, che comprende quasi tutta la subregione, escludendo solo quelle zone che sono in pianura, e che sono poche. Si producono sia i bianchi che i rossi, e in una quarantina di comuni. Per i vini rossi, le uve che il disciplinare consente sono l'Aglianico, nella misura che va dal 60 al 75%, il Piedirosso da solo o in combinazione con il Primitivo, nella misura che va dal 15 al 20%, e infine il Barbera, dal 10 al 20% della composizione. I terreni devono essere posti in collina e avere una composizione calcarea e silicea, con ottima esposizione solare. La quota massima alla quale devono essere coltivati è quella di 450 metri, ma al Comune di Moio della Civitella questa quota è portata a 550 metri. I vigneti non possono giacere in pianura o sulle spiagge. Le rese delle uve sono limitate a 10 tonnellate per ettaro, e l'alcol deve superare l'11,00% vol per il Rosso generico e l'11,50% vol per il vino fatto solo con l'Aglianico. Quest'ultimo vini deve essere invecchiato per 12 mesi calcolati dal 1 novembre dalla vendemmia.
Il Rosso generico è astringente e vinoso, da abbinare a grandi carni come l'agnello al forno, l'arrosto o a formaggi e insaccati importanti. L'Aglianico, più sapido e corposo, va bene con formaggi di rango e arrosti.Tra i vini migliori c'è il Cellaia di Vitienocoltori Marino, con bei profumi al sottobosco, la marasca e la nocciola. Provatelo con l'arrosto o il coniglio. Il Cenito di Luigi Maffini varia ancora sulle nocciole, ma con sentori di ciliegie nere. Un vino speziato e pieno di liquirizia, per abbinamenti con carni complesse e saporite.
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