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La storia del Marsala

La storia del Marsala è antica ed affascinante, partendo dal Rinascimento e dalle nuove tecniche di vinificazione che lentamente si andarono sperimentando in questo lungo arco temporale. Protagonisti di molte di queste sperimentazioni furono gli inglesi, grandi importatori e consumatori di alcolici e protagonisti del nuovo mercantilismo che diede vita al capitalismo moderno. Fu proprio l'Inghilterra a decretare il successo internazionale del Marsala, che è legato come numerosi altri famosi vini, agli anglosassoni. I mercanti inglesi infatti furono protagonisti di modifiche fondamentali nella lavorazione dello Champagne, del Porto, dello Sherry e del Marsala dunque. Infatti le navi inglesi salpavano alla volta delle varie località per rifornirsi di buon vino. Essendo all'epoca molto importante anche sfruttare delle rotte commerciali convenienti, vista la lunghezza e la difficoltà dei viaggi, gli inglesi si approvvigionavano anche di vini di bassa qualità perché poco alcolici. Fu infatti la fortificazione dei vini richiesta dagli inglesi a fare la differenza per questi vini, in cui il Marsala rappresentava l'ultima tappa in ordine cronologico dell'itinerario classico per l'importazione del vino a Londra. La storia comune di questi vini riguarda infatti la fortificazione dei deboli vini del Duoro (Porto), di Jerez de la Fronteira (Sherry), e del Marsala appunto, che iniziò ad essere lavorato con la tecnica adottata per gli Sherries in modo da renderlo più appetibile a quello che era allora il più importante mercato mondiale per il vino fino alla definitiva affermazione degli Stati Uniti come potenza mondiale. Il vino liquoroso di Jerez de la Fronteira, lo Sherry, divenne quindi un modello anche per il Marsala, e numerose furono le cantine che vinificarono il vino sulla costa trapanese già dal Settecento, tanto che la più famosa, la Cantina Florio, fu fondata nel 1833. Molte altre erano però già presenti sul territorio e la vinificazione delle uve autoctone seguiva poi la lavorazione classica del solera. Oggi, la cantina fondata da Vincenzo Florio, è divenuta la più antica, mentre le precedenti sono scomparse, ma molti altri produttori sono in grado di offrire ottimi vini. In effetti il Marsala rappresenta la rinascita dell'enologia siciliana, a livello internazionale chiaramente in quanto la produzione interna non aveva mai cessato di essere, dopo i fasti dell'Impero Romano che vedeva la Sicilia protagonista nelle esportazioni verso la capitale. In questo modo a Sicilia era grande protagonista, anche se nella sua parte orientale.

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Le uve

Le uve che vengono coltivate per la produzione del Marsala rosso sono esclusivamente delle autoctone siciliane, utilizzate anche nella produzione di vini in purezza nelle altre denominazioni in quanto, a differenza di quelle deboli e poco alcoliche del Porto, sanno fornire vini potenti e pieni di aromi. Abbiamo quindi per l'assemblaggio del Marsala l'impiego del famoso Nero d'Avola, del Pignatello e del Nerello Mascalese, altro vitigno in grado di regalare vini di grande pregio. Ma l'assemblaggio del Marsala rosso prevede anche l'impiego di alcune uve bianche come il Catarratto, il Damaschino, il Grillo e il buon Inzolia. Tutte e sempre uve autoctone dell'isola, pronte a regalare buoni vini anche in purezza nelle altre denominazioni come per il Grillo e l'Inzolia in particolare, mentre il Damaschino viene utilizzato esclusivamente per il taglio.

Il Grillo ad esempio fornisce ai vini corpo e struttura, con una gamma olfattiva citrina e terrosa. Il palato, quando la stagione è stata piuttosto fredda, risulta astringente a causa della acidità maggiore causata da una stagione più rigida. Il Grillo comunque apporta anche capacità di invecchiamento.

Il Cataratto è molto diffuso in Sicilia proprio nella provincia di Trapani per utilizzarlo in particolare nell'assemblaggio del Marsala, anche se la sua importanza si è molto ridotta negli ultimi anni. Comunque il vitigno ha trovato spazio in molte denominazioni anche in purezza. Apporta acidità, leggerezza di profumi ma ha basse rese.

L'Inzolia, che in Toscana viene chiamata Ansonica, è un vitigno molto aromatico che ben si assembla con il Cataratto coadiuvandolo per la composizione aromatica.

Il Damaschino è il vitigno più raro, sembra portato in Sicilia durante la dominazione araba, e oggi sostituito con il Cataratto. Il suo successo nell'Ottocento fu dovuto alla ottima resistenza alla fillossera.

Il Pignatello è una delle nobili siciliane, e apporta finezza ed eleganza. Il Nerello Mascalese vieene considerata forse la migliore, ma nonostante apporti molto alcol non riesce a dotarsi di una struttura solida e necessita l'aiuto di altre uve. A questo viene in aiuto ad esempio il Nero d'Avola, potente nella struttura, dal corpo pieno e i profumi leggeri e delicati. Bella la profumazione floreale e fruttata che arriva nei migliori a temi vegetali.


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marsala: Il vino

Il Marsala viene definito come vino liquoroso di ottimo livello, al pari del Porto e dello Sherry anche se non gode della stessa pubblicità internazionale dei primi due. Dopo la fermentazione del mosto, viene aggiunto dell'alcol etilico della stessa origine, ovvero proveniente dal distillato di uve.

Esiste anche il Marsala conciato, ovvero quello a cui viene aggiunta della concia, ovvero una miscela di mosto cotto, concentrato e mistella per aumentare i profumi e la dolcezza, in aggiunta all'alcol. In questo modo il Marsala raggiunge fino ai 18 gradi alcolici, e si fregia di essere considerato tra i migliori quattro vini da dessert a livello internazionale ed è tra i primi vini in Italia ad aver avuto un riconoscimento DOC di protezione. Secondo la gradazione zuccherina possiamo distinguere il Marsala in secco, semisecco e dolce. Poi vi sono altre distinzioni come la menzione Fine per gli invecchiati di almeno un anno e almeno 17 gradi di alcol. Vi è il Superiore con due anni di invecchiamento e 18 gradi, il Superiore Riserva invecchiato 4 anni), il Vergine e/o Soleras per l'invecchiato di 5 anni e infine il Vergine Soleras Riserva per l'invecchiato di 10 anni.

È ottimo per tutti i pasti e la meditazione. Provate il rosso con gli antipasti anche di pesce, con i primi e con i secondi, ma utilizzatelo anche per cucinare sia piatti salati che dolci.



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