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Il vino a denominazione di Galatina sfrutta principalmente il grande autoctono locale, il Negroamaro. Vi sono poi altri vitigni, coltivati in zona, che possono essere usati per tagliare il vino, come la Malvasia locale e il Primitivo.
Del Negro Amaro non sappiamo con certezza le origini, anche se si può supporre che sia stato tra i vitigni portati dai coloni greci. Le sue tracce antiche si sono ormai perse, anche perché il suo nome è un'evoluzione del dialetto salentino, per il nome “niuru maru”, descrittivo delle uve, che sono molto nere e amarognole. È un vitigno prettamente pugliese, e salentino in particolare, e qui si contano ben 32mila ettari coltivati. Come detto, il grappolo ha un colore nero profondo, con sfumature viola e molta pruina sugli acini. Il Negro Amaro deve il suo successo sia alla qualità, che alle quantità che riesce ad esprimere sul suolo calcareo salentino. Inoltre ama l'argilla, pur non avendo problemi su altri tipi di suolo, e sopporta benissimo sia la siccità che il caldo. In Puglia può essere allevato sia a tendone che a alberello, per proteggerlo dal sole. Gli unici problemi che il Negro Amaro può incontrare sono verso la tignola e la muffa nobile. Ma resiste bene a quasi tutte le altre malattie e ad eventuali brine mattutine e notturne, grazie alla grande quantità di pruina. TxT CONERO Lasagnera antiaderente in pietra 24 x 36 cm adatta anche in forno Prezzo: in offerta su Amazon a: 29,9€ |
I vini di Galatina beneficiano della denominazione di origine controllata dal 4 aprile 1997. Dai vigneti della zona si vinificano rossi, rosati e bianchi, sa fermi che frizzanti. Sono otto i comuni che possono vinificare sotto la Doc, ovvero Galatina, Aradeo, Neviano, Cutrofiano, Secli, Sogliano, Cavour e Collepasso, ma le aziende possono vinificare anche nelle tre province meridionali della regione, quelle proprie del Tacco, se hanno iniziato a farlo almeno nei cinque anni precedenti alla legge di istituzione del disciplinare, fermo restando che le uve devono comunque essere coltivate negli otto comuni.
Per il Galatina Doc si può produrre sotto le etichette di Rosso, il Rosso Novello e come mono-vitigno Negro Amaro e Negro Amaro Riserva. In queste ultime due menzioni, il vitigno deve avere una quota nel vino, non inferiore all'85%.Il Rosso classico può essere invecchiato, per assumere colori mattone. Si tratta di vini aromatici, alcolici e secchi, ma comunque soffici per essere bevuti con le carni di agnello e coniglio, oppure affettati e primi al sugo. Provate il Rosso di Valle dell'Asso, tagliato con il Primitivo al 30% per un vino con profumi di liquirizia, tostato. Perfetto con le scaloppe d'agnello.Il mono-vitigno Negroamaro è ancora più intenso, con profumi boschivi e fruttati, finiti dalle spezie. Sono ottimi con il capretto e i primi al forno. Invecchia due anni , e in parte nel legno. Potrete provare il Furfante di Podere Belmantello, che regala freschezza e equilibrio. vinifica il Furfane Negroamaro ben equilibrato, fresco e di buona persistenza.Per il Novello i profumi sono quelli della frutta fresca, per il pollo, i risotti e le minestre di legumi.
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