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La storia del Moscato di Scanzo è molto antica, e risale addirittura al Medioevo, quando veniva prodotto come vino di qualità. Fu menzionato per la prima volta in un'eredità dell'8 giugno 1347 a favore di Jonolo da Priatini, che ricevette da Alberico da Rosciate grandi quantità di questo vino. Successivamente venne menzionato come bottino di guerra dei Guelfi nel 1398 da Donato Calvi nel suo Effemeridi, quando furono sottratti 42 carri di questo rosso dolce. Secondo la leggenda, la produzione di questo vino fu iniziata durante il periodo degli Atestini. Il Capitano di Venezia Giovanni Da Lezze, lo descrive con il nome di Rosciate o Rosate, per una denominazione che trae origine dal greco "Ros" (che significa grappoli di uva), e il celtico "ate", ne significato di villaggio. Nella zona è ancora chiamato Rosciate, che deriverebbe dall'antico Rosate.
Il vino era molto rinomato, tanto che fu donato a Caterina II di Russia dal famoso architetto Giacomo Quarenghi. Fu molto famoso anche per l'importante città di Londra, da sempre grande importatrice di vino, e come successe per il Porto, lo sherry e il Marsala, gli inglesi ne cambiarono la produzione per farne un vino dolce e liquoroso. La sua fama divenne così importante sul mercato di Londra, tanto che sembra fosse tra i vini più costosi in Inghilterra, e venne anche quotato in borsa. Oggi, Alberico da Rosciate, con Simone da Scanzo, personaggi di spessore nel Medioevo bergamasco, sono uno dei miti di questo vino. Gale66Lucy Hakuna Moscato Segni di Vino, cartelli Divertenti, cartelli umoristici per la Cucina, cartelli in Legno Moderni Prezzo: in offerta su Amazon a: 19,13€ |
Come detto, il Moscato di Scalzo viene prodotto a partire dall'omonimo vitigno, l'unico autorizzato per la sua produzione. Viene coltivato sulle colline di Scalzorosciate, mentre ne è vietata la produzione dai vitigni di pianura.
I vitigni devono giacere in zone non umide e particolarmente favorevoli per l'esposizione solare. Chi volesse piantare, o reimpiantare oggi un vigneto, dovrebbe rispettare la norma dei 3 000 ceppi per ettaro, e coltivare con l'allevamento della spalliera semplice, del tetto a casarsa inclinato o della pergola. È vietata l'irrigazione e tutta la produzione si deve svolgere all'interno del territorio comunale, compreso l'appassimento, la vinificazione, l'invecchiamento e l'imbottigliamento. Per quel che riguarda l'appassimento, questo deve durare un minimo di 21 giorni e portare la concentrazione di zuccheri 280 g/l. L'invecchiamento dura, secondo la legislazione regionale, 2 anni, calcolati dal 1º novembre successivo alla vendemmia. La vendemmia del Moscato di Scalzo è tardiva e la resa deve essere di 6 tonnellate per ettaro. Dopo la pigiatura, il mosto viene macerato per un massimo di 5 giorni, per poi far seguire la svinatura e il passaggio in vasca, prima della fermentazione in acciaio inox o vetro. Segue la fase di chiarificazione, e affinamento. Una volta imbottigliato, il vino a grandi capacità di invecchiamento, tanto che si trovano bottiglie anche di decine di anni fa.Il primo disciplinare del Moscato di Scalzo fu un DOC approvato il 17 aprile del 2002, a cui fece seguito poi il disciplinare DOCG del 28 aprile 2009. L'unico comune autorizzato è quello di Scalzorosciate e la resa dell'uva deve essere di 6 tonnellate per ettaro, mentre quella del vino del 40,0%. La gradazione alcolica dell'uva trasformata in mosto deve raggiungere il 12% e quella del vino il 17,0%.
L'area di produzione è quella collinare, marnosa con massicci calcarei molto duri. La pendenza delle colline è molto forte e il clima è quello classico del Mediterraneo. Il terreno marnoso viene qui chiamato “Sass de luna”. Il successo del Moscato della zona si deve molto al Consorzio di Tutela del Moscato di Scanzo, fondato nel dicembre del 1993 dopo che l'Associazione Produttori Moscato di Scanzo, del dicembre 1982, decise di trasformarsi in consorzio. Il Moscato di Scalzo faceva parte della denominazione Valcalepio, e il consorzio lavorò proprio per ottenere una propria denominazione distinta. Il vino infatti, era molto specifico, e meritava di ottenere un suo disciplinare per essere valorizzato al massimo. Oggi questa, è la sola Docg della provincia.Il Moscato di Scalzo è di colore rosso rubino, tendente al cerasuolo con sfumature granata. Si tratta di un vino dal bouquet intenso ma delicato, e dal sapore dolce, dove si distingue un finale di mandorle. È un ottimo vino per i formaggi locali, come il Taleggio, la Formaggella di Sclave, lo Strachitunt, il Branzi e il Formai de Mut della Val Brembana. Il suo gusto dolce si sposa perfettamente con la cioccolata e la pasticceria, sia cremosa che lievitata. Ottimo con i classici dolci di Natale ma anche con la frutta di bosco.
Tra i produttori si segnala La Brugherata con il suo Moscato di Scalzo color rubino luminoso. Il vino è elegante e intenso, con profumi di frutti di rovo, amarena sotto spirito, rosa e cannella. Di grande dolcezza e infinita chiusura, è ottimo con la cioccolata boero.
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