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A Monreale si coltivano le principali viti autoctone per la produzione della Doc, a cui si aggiungono alcuni grandi vitigni di origine francese, famosi in tutto il mondo e di grande reputazione. Restano comunque le uve autoctone le protagoniste dell'assemblaggio. Qui il Nero d'Avola e il Perricone sono le due uve maggioritarie nella vinificazione, ma possono essere tagliate anche con del Syrah. Secondariamente, altri vitigni da taglio sono il Pinot Nero, il Cabernet Sauvignon e il Merlot. Inoltre, per il taglio, viene allevato anche il grande supertuscan, il Sangiovese.
Il protagonista della zona è certamente il Nero d'Avola, che produce vini di gran corpo, che vanno però affinati per non essere troppo spigolosi. Inoltre, il taglio con Perricone e Syrah, facilita un certo ammorbidimento del vino, che mantiene però i suoi profumi lievi e fruttati. La presenza del Merlot invece, si spiega con la sua grande attitudine al calcare. Quando il vino viene tagliato con il Cabernet Sauvignon invece, assume delle connotazioni animali, con tocchi di erbe aromatiche, per produzioni diversificate rispetto agli aromi classici del Nero d'Avola. PADELLA ANTIADERENTE EFFETTO LEGNO CM.20 - ARBOREA Prezzo: in offerta su Amazon a: 17,9€ |
A Monreale la Doc è nata il 2 novembre 2000, e protegge i vini bianchi e rossi prodotti nei soli comuni di Monreale, Piana degli Albanesi, Camporeale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Santa Cristina, Gela, Corleone, Roccamena. Le due uve autoctone principali, devono essere usate in almeno la metà della vinificazione, anche se è possibile utilizzarle insieme o singolarmente. Il resto viene affidato alle altre uve, ma il 50% è indicato solo come quantità minima, e non fissa. Sarà quindi possibile aumentare questa percentuale per le uve autoctone.
La forza del Monreale è nelle basse rese consentite, per le uve. Queste sono limitate a sole 10 tonnellate per ettaro, in modo da migliorare la qualità della vinificazione. La legge consente la produzione del Rosso generico, del Novello, del Riserva e dei monovitigni delle uve autoctone. Il Rosso generico è generalmente un vino secco, corposo e strutturato, ma dai toni freschi. Il Riserva si ammorbidisce sia nei colori, fino granata, che nei gusti, che si ammorbidiscono. Il naso risulta molto profumato, seguendo le caratteristiche del vitigno utilizzato. Il Novello invece è molto fruttato e sapido, sempre con un palato astringente, ottimo per i formaggi e gli affettati, ma anche per il pollo grigliato. Del Monreale si vinifica anche il monovitigno di tutte le uve consentite, come il Pinot nero, che apporta al vino profumi di sottobosco e frutta rossa matura. Perfetto per i formaggi e gli affettati, ma anche con la pasta e il polpettone siciliano. Il Sangiovese invece viene abbinato alla porchetta e alle lasagne, o altri piatti complessi e ricchi di sapori. Con il Cabernet Sauvignon si ottengono vini speziati ed erbacei, mentre il Perricone è più delicato, ottimo con i formaggi e la selvaggina. Si abbinano invece, al Nero d'Avola, le classiche melanzane ripiene tradizionali dell'isola. Poi si usa servirlo con formaggi ben sapidi e montoni arrosto. Grigliate e carne arrosto anche per il Merlot, mentre il Syrah può essere abbinato anche con le ricette siciliane di pesci grassi.Da provare, i vini della Cantina Sociale dell'alto Belice, perfetti per melanzane ripiene e carni arrosto. e agnello al forno. Anche con i formaggi a pasta semidura.
Anche Feotto dello Jato produce vini interessanti e di gran gusto tra cui il Fegotto, con profumi intensi di cuoio e olive, e una bocca balsamica. Va servito su carni di selvaggina. Infine Spadafora, e in particolare il suo Syrah da servire con le aringhe con capperi.
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