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Il caffè

Il caffè è la bevanda non alcolica più amata dagli italiani, il popolo che forse più di tutti ha trovato in questo caldo preparato un'identità propria, tanto che nessun popolo lo beve alla maniera del bel paese. Il caffè si ottiene macinando i semi della pianta arborea tropicale angiosperma, un albero della famiglia delle Rubiaceae, nel genere, Caffea, che comprende circa 100 delle 13.500 specie distinte in 600 generi diversi della famiglia. Di queste 100 diverse specie, tutte adatte alla preparazione della bevanda, solo qualcuna però viene effettivamente utilizzata dalla grande industria, mentre la maggior parte sono per lo più di uso locale e artigianale.

Le due specie più diffuse sono l'arabica (Coffea arabica) e la robusta (Coffea canephora), mentre la Coffea liberica, seppur diffusa, occupa un ruolo secondario. Le specie locali rimaste invece sono ormai una decina. Come tutte le piante, a seconda della specie, i tipi di coltivazione e terreno, nonché le proprietà organolettiche delle bevande, saranno diverse a seconda delle varie condizioni, variando i contenuti di caffeina, l'habitat e il microclima. Inoltre altre piante sono state incrociate nel corso dei secoli. Comunque nessuna specie si è estinta, sopravvivendo allo stato selvatico.

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Le varie specie

pianta caffeL'Arabica è la specie più antica per utilizzo antropologico, con l'Etiopia come paese di orgine, da cui poi si sarebbe diffusa dapprima ai vicini Kenya e Sudan, e poi nello Yemen, prima di divenire il caffè simbolo per qualità nel mondo. Il suo primo utilizzo sembra sia documentato intorno al 1500. la pianta è quella con più basso contenuto di caffeina, ma è molto diffusa in quanto autoimpollinante, altrimenti detta Autogama, fattore che ne rende la coltivazione più semplice. Il suo ambiente naturale è quello a quote tra tra i 1000 e i 2000 metri sul livello del mare. Già alla fine del Seicento si era diffusa fino all'Estremo Oriente.

La Robusta è una specie molto diffusa, forse la più coltivata, che nasce nell'Africa centrale, quella propriamente tropicale, tra la Guinea e l'Uganda. La sua coltivazione è facilitata dal fatto che non necessita di alte quote per il suo pieno sviluppo, inferiori ai 700 metri, quindi con costi minori. Contrariamente alla Arabica è allogama, e richiede perciò la selezione tra più piante per la fecondazione. La sua diffusione è cominciata nel 1800.

La Liberica è l'ultima specie arrivata a diffusione tra quelle attualmente più utilizzate, a partire dalla Liberia, come lascia intendere il suo stesso nome. Tra le tre è quella meno utilizzata, ma viene comunque coltivata sia nell'Africa che nell'Estremo Oriente, come nelle Filippine o nell'Indonesia, dal Novecento in poi.

L'Excelsa fu scoperta in Africa ai primi del Novecento, e successivamente identificata come un sottotipo della varietà Iberica. Sta divenendo sempre più importante nelle coltivazioni.

Altre specie locali di un certo prestigio sono la Stenophylla, diffusa in Costa d'Avorio, Sierra Leone e Liberia, con un gusto particolare non sempre apprezzato, tendente al tè, La Mauritiana, delle Isole Mauritius, e la Racemosa, del Mozambico.


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La storia del caffè

caffe piantagioni La storia del caffè è alquanto misteriosa e solo recentemente i botanici e i genetisti sono riusciti a fare un po di chiarezza. Sono comunque molte le leggende che riguardano questa pianta, a partire da quella che vede un pastore etiope che osservò le proprie pecore nutrirsi delle bacche e delle foglie e restare sveglie anche di notte. Poi egli iniziò a macinarle per il suo consumo traendone energia e vigoria.

Anche il profeta Maometto fa parte di una leggenda che lo vede, sotto il consiglio dell'Arcangelo Gabriele, bere la nera bevanda ristoratrice. A partire dal Cinquecento comunque il caffè si diffuse come bevanda nel Medio Oriente e nell'Africa del Nord, in particolare in Turchia, da cui provengono le prime testimonianze di viaggiatori europei come quelle di Francesco Bacone del 1627, o quelle del botanico tedesco Leonard Rauwolf del 1583. In Italia fu Prospero Alpini a fornirne una descrizione nel 1591, mentre la pianta fu descritta ai primi del Seicento a Vienna.

Successivamente, sempre nel Seicento, Venezia iniziò il commercio di caffè per l'Italia, e alla metà del secolo furono aperte le prime rivendite e sale da caffè.

Nel secolo successivo la bevanda si era già diffusa in Francia, Inghilterra e nell'Europa del nord, con prezzi di 20 scudi per etto, con la Britannia che aveva già 3000 caffetterie per il consumo presenti sul suo territorio. Queste prime caffetterie segneranno la nascita dei caffè letterari in Europa, con artisti di varie discipline riuniti a chiacchierare davanti ad una tazza della bevanda nera.

Alla fine del Seicento fu Boston a vedere la nascita della prima caffetteria sui territori coloniali, mentre le preziose bacche divennero una delle merci più scambiate per via marittima dalle grandi navi commerciali, diffondendo la coltivazione anche nell'America centrale e meridionale.


La diffusione del caffè oggi

macchina caffeOggi il caffè è una delle piante più coltivate e la sua bevanda è diffusa in tutto il mondo. La sua produzione vede coinvolti numerosi paesi, i cui maggiori non sono più quelli originari della pianta, ma il Brasile, il Vietnam, la Colombia e l'Indonesia per citare i primi quattro posti. Tutti i paesi centro americani sono grandi produttori di caffè, insieme all'India, mentre l'Etiopia è l'unico paese africano e originario della pianta ad avere una certa importanza sulla sua coltivazione. Il caffè può essere tostato anche in via artigianale, utilizzando un tostino.

Il tostino va riscaldato con della legna, preferibile, o del carbone, per riscaldare i chicchi fino a che essi assumano il caratteristico colore. Oggi giorno la qualità migliore è considerata l'indonesiana Kopi Luwak, una particolare varietà ottenuta dopo che il zibetto della zona ne ha mangiato e digerito i chicchi raccolti poi manualmente. Si tratta di una produzione di nicchia, rappresentata da massimo 50 kg annui.

Il caffè viene valutato per l'aroma, il sapore e l'acidità, come un vero vino, analizzando attentamente i retrogusti e la dolcezza. Ha inoltre numerose proprietà che furono evidenziate già a partire dall'Ottocento. Naturalmente evidenziate le controindicazioni da abuso, come la tachicardia o l'insonnia. Tra le proprietà anche una presunta facilitazione nell'eliminazione dei residui digestivi se bevuto al mattino prima della colazione vera e propria e un apporto calorico molto basso. Comunque resta non indicato ai soggetti sensibili alla caffeina e agli obesi.

La stimolazione digestiva sembra non essere d'aiuto per i viaggi se non nel caso della sua assunzione dopo mangiato. Questo perché stimolerebbe troppo le secrezioni gastriche, causando in verità sonnolenza.

Il caffè ha comunque proprietà antiossidanti, previene il diabete e può essere utilizzato nelle diete. Riduce inoltre il pericolo di cancro in varie parti del corpo interessate alla sua assunzione.

La produzione di caffè rappresenta oggi un volume d'affari di circa 90 miliardi di dollari l'anno, di cui purtroppo solo una piccolissima percentuale va a vantaggio degli agricoltori, scatenando così le proteste delle associazioni a difesa dei paesi poveri.

Questa merce è tra le piu commerciate insieme a petrolio e materie prime quali i derivati del ferro.


cialde caffe: Il caffè in cialda

macchina caffe Tra le numerose forme di preparazione del caffè vi è la cialda, che altro non è un filtro in carta dove vi è stata già inserita una dose esatta di caffè per una persona. Questa può essere utilizzata sia nelle classiche macchine da bar, sia nelle macchinette casalinghe. La cialda viene spesso usata nei bar italiani per il caffè decaffeinato, in quanto poco richiesto, anche se si sta assistendo ad un'inversione di tendenza già da qualche decennio, con numerosi esercizi commerciali che hanno iniziato ad abbandonare la forma in cialda per fornirsi di macinatori appositi solo per il decaffeinato.

Le cialde sono comunque molto utilizzate, e quindi sono state classificate dai vari produttori in modo da fornire diversi tipi di macchine. La più utilizzata è chiaramente quella da bar, con classificazione ESE del consorzio Easy Serving Espresso. Queste cialde spesso contengono anche caffè speciali, come quelli aromatizzati alla nocciola o quelli di caffè d'orzo, indicato a chi mostra una certa sofferenza alla caffeina. Questo tipo di cialde si dicono intercambiabili. Sono di forma morbida, in modo da adattarsi alle varie macchine in commercio. La più comune è la cialda tonda, da 55 millimetri di diametro anche se ne esistono di forma quadrata o tonda doppia, dove il volume e il diametro aumentano per aumentare la quantità di caffè contenuta. Alcune quindi non sono intercambiabili e possono essere utilizzate solo con l'apposita macchina mentre quelle a braccetto tradizionale sono escluse da questo utilizzo. In genere si tratta di macchine casalinghe, reperibili in commercio anche con poche decine di euro, in grado di garantire un buon caffè. Molto simile al caffè in cialda è quello in bustina, che però è totalmente diverso nel tipo di preparazione. Mentre quello in cialda sfrutta le macchinette e la pressione dell'acqua bollente per preparare la calda bevanda nera, quello in bustina in genere contiene caffè solubile, che viene preparato come un tè, ovvero per infusione. Vi sono poi le capsule in plastica, che però possono essere utilizzate solo nelle macchinette casalinghe. Qui aumentano i costi di acquisto, anche se con il contenitore rigido, il caffè risulta più buono.

Le cialde invece possono essere acquistate a prezzi molto convenienti. Tra i problemi che possono creare ci sono, a causa della forma e struttura morbida, poco adatta alla pressione della macchinetta, un certa leggerezza nella bevanda. Per gli amanti del classico caffè italiano, forte e corto, questo può risultare un problema, mentre non è così per chi preferisce un caffè leggero.



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