loazzolo








Loazzolo. Introduzione

Il Loazzolo è un vino con Denominazione di Origine Controllata la cui produzione è consentita solo ed esclusivamente all'omonimo comune che si trova in provincia di Asti. Esso si presenta esteticamente con una colorazione giallo dorato, e all'olfatto regala un intenso profumo di vaniglia e di muschio bianco. Al palato è molto dolce ed emana una lieve ma caratteristica aroma di moscato.

Sono circa 150 ettari il terreno che viene coltivato a moscato, ma solo tre ettari sono destinati per la produzione di questo vino dalle eccellenti qualità gustative ed olfattive. I vitigni molto vecchi sono esposti a sud e sono ancora piantati su muri di pietra, in quei ritagli di terreno strappati ai boschi ed alla macchia selvatica. Queste viti danno pochissima uva, ma molto zuccherine e di qualità superiore. Una volta che le uve vengono scelte grappolo per grappolo, vengono stese sui graticci per appassire e così facendo perdono acqua ma concentrano profumi ed aromi. Tutte le operazioni di pigiatura dell'uva vengono effettuate secondo sistemi tradizionali ed assolutamente delicati, in maniera tale da impedire che venga rotta l'armonia olfattiva e gustativa tipica del vino. Questa bevanda è un vino da meditazione che deve essere gustato solo in abbinamento con formaggi piccanti come ad esempio la robiola caprina particolarmente stagionata, oppure a fine pasto come suggello di una pranzo o di una cena abbondante.

Loazzolo

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Storia

L'ideatore del Loazzolo è senza dubbio l'enologo Giancarlo Scaglione, ovvero il figlio di una coppia di viticoltori loazzolesi, che dopo aver appreso l'insegnamento dei genitori, è arrivato per primo a produrre questi vino inconfondibile. Anticamente era di uso comune mettere a posa diversi prodotti che si ottenevano dalla campagna per conservarli e gustarli in un secondo tempo fuori stagione. I pomodori secchi, oppure i fichi secchi messi in barattolo di vetro, oppure le tume fatte asciugare sulla paglia e riposte in un secondo tempo nel latte o nell'olio oppure tra le foglie verdi del cavolo, così anche l'uva moscato, raccolta una volta raggiunta la giusta maturazione e lasciata poi appassire sui graticci di canne dove restava li fino a Pasqua. Queste erano le prelibatezze del mondo contadino fino a qualche decennio fa. Masein il nonno di Giancarlo era solito torchiare le uve passite per ricavarne così alcune bottiglie di vino veramente buonissimo. Con il passare del tempo, a seguito di moltissime ricerche e spinto da alcuni amici che avevano assaggiato quel vini squisito, nel 1985 Scaglione decise di produrre le prime bottiglie di Moscato Vendemmia Tardiva. Il successo di questa bevanda fu immediato e nacque così il Forteto della Leja ed arrivano contemporaneamente i primi riconoscimenti a livello nazionale. Così egli decise di coinvolgere anche altri viticoltori della zona, ed attualmente sono 9 i produttori di questo nettare prezioso ed apprezzato da molti. Il titolo alcolometrico volumico minimo complessivo del Loazzolo è pari a 15, 5 gradi di cui almeno 11 di questi sono svolti. IL residuo zuccherino minimo consentito è pari a 50 grammi per litro, mentre l'acidità totale minima è di 4,5 g/l. Per quanto riguarda l'estratto non riduttore minimo abbiamo il 22,0 g/l. L'invecchiamento minimo stabilito per legge dal disciplinare è di almeno due anni di cui sei mesi almeno in botti di legno con capacità non inferiore ai 250 litri. Le aziende produttrici che sono attualmente sul territorio in ordine alfabetico sono le seguenti:

1. Agribacco

2. Borgo Isola Bella

3. Borgo Maragliano

4. Borgo Moncalvo

5. Borgo Sambuj

6. Cà Bianca

7. Forteto della Luja

8. Pianbello

9. Piancanelli

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loazzolo: Tecnologia di produzione

La vendemmia ha inizio verso la metà di ottobre e si protrae fino al giorno dell'Immacolata, ovvero quando i grappoli sono ancora presenti nel vigneto, ma infavati da Botritis Nobile, ed hanno assunto una colorazione giallo paglierino tendente all'oro. Una volta ottenuto il mosto, alla vinificazione si esegue successivamente la fermentazione che avviene in botti molto piccole di rovere che hanno una capacità massima di 225 litri- Barriques. Questo processo verrò poi controllato nei tre giorni a venire tramite certosine filtrazioni, ed una buona parte degli zuccheri ottenuti nel processo di maturazione si trasforma in alcol, dando origine così al Loazzolo. Il vino si presenta con una profumazione intensa e molto pronunciata e si possono avvertire sentori di confettura, di salvia, di vaniglia, di scalrea appassita e di miele. Al palato il suo sapore risulta non essere dolce, ma ha un ampio corpo carezzevole ed elegante, a tal punto da essere considerato un vino da seduzione. Il Loazzolo deve essere servito ad una temperatura di circa 15 gradi in bicchieri tulipano di cristallo, ed è ideale assaporarlo insieme a formaggi stagionati, oppure con piccola pasticceria o torta di nocciole.



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